sabato 10 marzo 2007

Un album da ascoltare


STRENGTH IN NUMBERS
1. Sanctify
2. Defenses Down
3. Sylvia's Song
4. Sleep In Splendor
5. Rise
6. Stand Paralyzed
7. Bronson
8. Malo
9. Malicious Manner
10. A Sure Shot
11. Le Gusta El Fuego
12. Simone
13. Dancers in the Dust

venerdì 9 marzo 2007

Chi è secondo voi l' uomo più ricco d' Italia?




Silvio Berlusconi si conferma l’uomo più ricco d’Italia. L’ex premier, secondo la rivista ‘Forbes’, è però marcato stretto da Leonardo Del Vecchio, patron di Luxottica. Il presidente del Milan vanta un patrimonio stimato in 11,8 miliardi di dollari, in aumento dagli 11 del 2006, ma scende su scala globale dal 37° al 51° posto, mentre il patron della Luxottica sale di posizione, dal 44mo al 52mo, con asset per 11,5 miliardi (da 10 miliardi).

A livello mondiale resta il fondatore di Microsot, Bill Gates, il leader della classifica dei miliardari. E’ il tredicesimo anno consecutivo con un patrimonio di 56 miliardi di dollari (50 miliardi nel 2006).

Non c'é il sorpasso al vertice di Warren Buffett, grande amico di Gates: gli asset del capo della Berkshire Hathaway crescono di 10 miliardi in appena 12 mesi, ma si fermano a quota 52.

venerdì 2 marzo 2007

Addio ricarica...un peso di meno. E cresce la concorrenza

MILANO - Tim che s'inventa le schede con prezzo «personalizzato». 3 Italia che regala, per un paio di mesi, il 50% di traffico telefonico. E Wind che sfida apertamente la legge, mantenendo intatto il «contributo» di ricarica sulle schede dei vecchi clienti. Lunedì entra in vigore il decreto che azzera i costi fissi sulle carte dei cellulari e gli operatori corrono ai ripari per limitare i danni (che possono arrivare al 10% dei loro ricavi). Ma ciascuno lo fa a modo proprio. Con misure tanto diverse da poter influenzare profondamente l'atteggiamento degli utenti e, dunque, rimescolare i rapporti di forza sul mercato.
La base di partenza è quella indicata nella seconda «lenzuolata» del ministro Bersani. Oltre all'abolizione dei «contributi», il decreto prevede che i clienti debbano avere sempre a disposizione il credito che hanno acquistato (niente più limite di un anno, dunque) e che gli operatori dovranno restituire questo credito quando il cliente decide di passare a un altro operatore. Ieri, poi, l'Authority per le Comunicazioni ha anche deliberato che le compagnie telefoniche dovranno informare con chiarezza i clienti di tutte le voci che compongono l'effettivo costo del traffico, con prezzi riferiti a preciso arco di tempo.
La prima ad allinearsi al nuovo corso sarà 3 Italia, che già da oggi (con tre giorni d'anticipo sull'entrata in vigore del decreto) abolirà i costi di ricarica, senza ritoccare all'insù gli attuali profili tariffari. Anzi, ai nuovi clienti che attiveranno entro il 30 aprile una nuova ricarica da 20 euro verranno «regalati», tra maggio e giugno, altri 10 euro di credito. L'obiettivo, ovviamente, è quello di tamponare il calo di introiti con un aumento del traffico dei clienti. E a spingere i consumi telefonici ci prova anche Tim, che si adeguerà al decreto Bersani senza aumentare le tariffe ma introducendo una formula inedita: nuove ricariche «flessibili» di pochi euro ciascuna (taglio minimo 5 euro) che potranno essere incrementate, in qualsiasi momento, anche con un solo euro. Quasi un «usa e getta». Esempio: chi deve fare solo un paio di telefonate per organizzare la serata con gli amici non farà che usare gli spiccioli che si trova in tasca in quel momento.
Quanto a Vodafone, ha annunciato che abolirà i «costi» di ricarica già dal 4 marzo senza rincari di prezzo per gli utenti. La società italiana del gruppo britannico ha infatti confermato gli attuali piani tariffari, ma ne ha introdotto anche uno nuovo, You & Vodafone, che ribilancia il basso prezzo delle telefonate con un incremento da 15 a 19 centesimi dello scatto alla risposta. In più, Vodafone è finora l'unica compagnia che ha resi noti i criteri di restituzione del credito ai clienti: l'operazione costerà però all'utente 8 euro, giustificati dalla società come «spese vive» che deve sostenere, come previsto dal decreto Bersani.
Wind, infine, è l'unico operatore ad aver scelto di rispondere al provvedimento di legge con un «no». La società controllata dall'imprenditore egiziano Naguib Sawiris intende infatti mantenere i «contributi fissi» sulle ricariche sotto i 50 euro di tutti gli attuali 15 milioni di clienti. Una strategia messa a punto dopo un lungo consulto con i propri legali. Ma ha contemporaneamente lanciato tre nuovi piani tariffari, senza «costi di ricarica», che prevedono, a seconda dei casi, un aumento del prezzo delle chiamate o dello scatto alla risposta.

News from Cina

Pechino, 2 marzo 2007 - Lotta dura all'Aids in Cina, al punto che la provincia cinese dello Zhejiang (sulla costa orientale del paese) ha deciso di multare gli alberghi che non offrono preservativi ai loro ospiti. La notizia è stata diffusa dal quotidiano Notizie di Pechino. Secondo le direttive della provincia, ''macchine per la distribuzione automatica di preservativi devono essere installate in tutti gli hotel, i bar e negli altri luoghi pubblici, in caso contrario una multa di 5000 yuan (500 euro) verrà imposta ai manager''. Lo Zhejiang, una delle province più industrializzate della Cina, ha registrato l'anno scorso 1.859 casi di Aids. In tutto il paese i malati accertati sono oltre 600 mila.

La banda della Magliana


Ieri ho finito di leggere Romanzo Criminale; ho potuto finalmente che cosa fosse veramente la banda della magliana e quali erano gli intenti di coloro che ve ne facevano parte.

Nel 1976 Franco Giuseppucci (detto prima Er Fornaretto e in seguito Er Negro) - uno dei futuri componenti della banda - è un piccolo criminale del quartiere di Trastevere; nasconde e trasporta armi per conto di altri criminali. Un giorno si ferma con l'auto, la carica di armi e si ferma davanti ad un bar per prendere un caffè; fatalità vuole che quell'auto gli venga casualmente rubata. Le armi contenute nel bagagliaio della Volkswagen sono di un suo amico, Enrico De Pedis alias Renatino, un rapinatore che gode di buon rispetto all'interno della malavita romana.
Giuseppucci trova il ladro che gli ha sottratto l'auto, ma le armi sono state vendute ad un gruppo di rapinatori appena formatosi nel nuovo quartiere romano della Magliana. Giuseppucci decide quindi di andare a parlare con "quelli di via della Magliana", in particolare cerca e trova Maurizio Abbatino detto Crispino, un giovane rapinatore dal sangue freddo che aveva acquistato le armi. I due, stranamente, si accordano per compiere alcuni colpi; nel gruppo rientrano anche De Pedis e gli altri della Magliana.
Da semplice associazione di rapinatori, il patto prende forma di una potenziale organizzazione per il controllo della criminalità romana, dove iniziano a lavorare anche altri criminali di altre zone: Marcello Colafigli, Edoardo Toscano detto L'operaietto e Claudio Sicilia detto er vesuviano per le sue origini.
Il loro primo lavoro, il 7 novembre 1977 sarà un sequestro, quello del duca Massimiliano Grazioli Lante della Rovere, che però finirà male. Data l'inesperienza nel campo, Giuseppucci e gli altri non riescono a gestire la situazione e devono chiedere aiuto ad un altro gruppo criminale (una piccola banda di Montespaccato), un componente del quale, per distrazione, si fa vedere in faccia dal duca, che sarà dunque ucciso.
Riescono a ricevere comunque il riscatto, lo dividono con l'altro gruppo e invece di risuddividersi la loro metà, decidono di reinvestirla in attività criminali.
Da qui, l'unione con altri gruppi romani: uno del quartiere Tufello con a capo Gianfranco Urbani (Er pantera), uno di Ostia con a capo Nicolino Selis che ha forti legami con la Camorra e I Testaccini, un violento gruppo di Testaccio comandato da Danilo Abbruciati, Er Camaleonte.
Nasce così la Banda della Magliana.

La conquista del potere
Il motivo per cui un gruppo riesce a raggiungere per la prima volta il controllo di una metropoli come Roma è da cercarsi nei metodi che la Banda della Magliana introdusse nel panorama capitolino. Primo fra tutti, gli omicidi.
Dalla fine della seconda guerra mondiale agli anni settanta la criminalità romana era divisa in quartieri: ognuno controllava la propria zona dove mantenere il potere era semplice. Non che non si commettessero omicidi, ma le pistole si usavano molto raramente e nessuno di essi veniva premeditato per il mantenimento o la conquista del potere. Quelli della Magliana, invece, vollero allargare il controllo a tutta la città e per farlo usarono sistematicamente le pistole, eliminando gli oppositori alla loro espansione e contemporaneamente incutendo timore a chi solo avrebbe voluto mettersi in mezzo alla crescita della banda.
«Eravamo i più potenti, perché eravamo gli unici che sparavano», avrebbe detto anni dopo in un'aula di tribunale uno di loro.
La prima e la più celebre delle cancellazioni ad opera del gruppo, fu quella di Franco Nicolini detto Er criminale, che controllava il mondo orbitante attorno alle scommesse ippiche. Gli affari della Banda della Magliana, dalle semplici rapine, passarono in poco tempo ai sequestri, alle scommesse ippiche appunto, ai colpi ai caveau e soprattutto al traffico di droga, affare per cui era necessario avere un controllo capillare del territorio.
La banda estendeva la sua influenza nelle zone di Trastevere-Testaccio, della Magliana, di Acilia-Ostia e del Tufello-Alberone. Nella zona di Trastevere-Testaccio si muovevano gli uomini di Danilo Abbruciati, implicato soprattutto nel riciclaggio del danaro sporco, grazie ai suoi rapporti con Flavio Carboni, Roberto Calvi e Francesco Pazienza. Con gli stessi operava Domenico Balducci, legato a sua volta al noto mafioso Pippo Calò. La zona della Magliana era sotto il controllo degli uomini di Giuseppucci, in cui militavano personaggi quali Marcello Colafìgli, Maurizio Abbatino, Antonio Iancini, Claudio Sicilia, ecc. La zona di Acilia-Ostia, era in mano al gruppo di Nicolino Selis, che si avvaleva di uomini come i fratelli Carnovale, Ottorino Addis, Libero Mancone e Gianni Giraldo. Nella zone del Tufello-Alberone spiccava la figura di Gianfranco Urbani, anche se il gruppo criminale presentava una minor omogeneità rispetto ai precedenti. Urbani favorì i rapporti con il clan di Nitto Santapaola e con la 'Ndrangheta calabrese, grazie alla cosca del defunto boss Paolo Di Stefano.

Organizzazione
La Banda della Magliana, a differenza di altri nuclei criminali organizzati, come la Camorra o Cosa Nostra, non presentava un'organizzazione piramidale: non aveva infatti un solo capo, ma diversi, divisi in gruppi, che spesso lavoravano anche singolarmente e senza la necessità che gli altri lo sapessero. I proventi dei crimini erano però divisi sempre in parti uguali, ogni membro riceveva la cosiddetta Stecca, una sorta di dividendo indipendente dal lavoro svolto in quel periodo che anche i membri detenuti continuavano comunque a ricevere attraverso la famiglia. I vari componenti erano comunque tenuti a partecipare all'attività criminale: anche quando alcuni di loro divennero veramente ricchi, girando su Ferrari con Rolex al polso, continuarono ad essere degli operai del crimine.
Inutile dire che appartenere alla Banda della Magliana significava anche non poter sgarrare: un errore sarebbe potuto facilmente costare la vita.

I rapporti con l'estrema destra

Il Professor Aldo Semerari.
Alcuni dei capi della banda erano simpatizzanti di destra, in particolare Franco Giuseppucci, Maurizio Abbatino e Alessandro d'Ortenzi. Ma la politica non era mai certo stata tra i loro più grandi interessi. I primi legami con i gruppi neofascisti li ebbero attraverso il professor Aldo Semerari, un celebre criminologo leader del gruppo Costruiamo l'azione, che durante l'estate del 1978 organizzò diversi incontri politici nella sua villa di Rieti a cui parteciparono anche i componenti simpatizzanti della Banda della Magliana.
Semerari intendeva sfruttare la banda come una sorta di braccio armato del gruppo politico che andava formando, ma il gruppo criminale romano era già una matura organizzazione criminale che difficilmente si sarebbe fatta appaiare da fumosi progetti senza un immediato ricavo materiale. Dagli incontri uscì infatti solo un accordo pratico tra il professore ed i ragazzi della Magliana: loro avrebbero finanziato il suo gruppo, in cambio il criminologo avrebbe offerto perizie psichiatriche su misura per i frequenti arresti che la banda subiva.
Semerari, oltre ad essere un illustre criminologo di estrema destra, era anche un esponente della loggia massonica P2 ed aveva forti legami con il SISMI, legami e conoscenze che trasferì velocemente a quelli della Magliana.
Il sodalizio durò comunque poco, perché Semerari aveva preso accordi simili anche con la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, ma non solo; fece l'errore di accordarsi anche con l'organizzazione rivale di Cutolo, la famiglia di Roberto Ammaturo e alla NCO questo non piacque. Il 1 aprile 1982 il suo corpo venne ritrovato decapitato ad Ottaviano (NA) nel bagagliaio di un'auto, con la testa posta dentro una bacinella sul sedile anteriore.

[modifica] Nuclei Armati Rivoluzionari
Ma il primo vero sodalizio tra la Banda e i gruppi di estrema destra si ha con i giovani dei Nuclei Armati Rivoluzionari, attraverso Massimo Carminati, un giovane neofascista che frequentava lo stesso bar di Giuseppucci e Abbatino. Carminati divenne presto il pupillo del clan della Magliana e con lui strinsero legami altri ragazzi dei NAR come Valerio Fioravanti e Francesca Mambro.
I due gruppi allacciarono stretti rapporti di collaborazione, la banda principalmente riciclava il denaro sporco proveniente dalle rapine con cui i NAR si finanziavano, in cambio, i ragazzi neofascisti, effettuavano lavori di manovalanza per il gruppo della Magliana, come riscuotere i crediti dell'usura o trasportare droga. La collaborazione però, che ha suscitato i maggiori misteri, fu la gestione comune delle armi: mitra, bombe, fucili ritrovati sorprendentemente nei sotterranei del Ministero della Sanità.
Omicidio Pecorelli
Il corpo di Pecorelli rinvenuto nella sua auto
All'interno del covo nel sotterraneo del Ministero, vengono ritrovate anche cartucce di una marca particolare - Gevelot - difficilmente trovabili sul mercato. Apparentemente non vi era nulla di strano, ma quattro proiettili dello stesso tipo, appartenenti allo stesso lotto e con lo stesso grado d'usura del punzone che marca la punta, vennero utilizzati per un omicidio particolare.
La vittima era Mino Pecorelli, direttore di un'agenzia di stampa specializzata in scandali politici, e del delitto saranno successivamente accusati Giulio Andreotti e Claudio Vitalone, poi assolti.
Al processo emergerà un chiaro coinvolgimento della banda nel delitto, anche se Massimo Carminati, imputato di aver commesso materialmente l'omicidio sarà poi assolto. Dal processo emerse anche - secondo i giudici - «la prova di rapporti tra Claudio Vitalone e la banda della Magliana in persona di Enrico De Pedis». A parere dei magistrati però «gli elementi probatori non sono univoci» e non permettono «di ritenere riscontrata la chiamata in correità fatta nei suoi confronti». Insomma, Vitalone aveva rapporti con l'organizzazione criminale ma non ci furono prove abbastanza evidenti dal punto di vista penale.

Ning.com: nasce il network tematico.

Il social network è diventata una realtà troppo importante per essere ignorata; la sua funzionalità è quella di riunire più utenti possibile che condividano lo stesso interesse. Per questo si parla di comunità virtuale; i social network più conosciuti ad oggi sono: myspace, youtube, linkedin, frienster. A questi se ne sta aggiungendo uno nuovo che presenta una particolrità molto interessante, e cioè quella di dare agli utenti la possibilità di costruirsi, attraverso la concessione di uno spazio gratuito, il proprio network tematico.
Ad oggi Ning.com conta circa 30.000 network attivi; i contenuti spaziano da un argomento ad un altro.

Nuovi guai per Microsoft

Altri guai in arrivo per Microsoft dopo la multa da 1,52 miliardi di dollari da pagare ad Alcatel-Lucent per la violazione di brevetti del formato mp3.
“In 50 anni di politica antitrust europea, è la prima volta che ci confrontiamo con una società che non rispetta una decisione dell’antitrust”, ha detto il portavoce della Commissione per la Concorrenza Jonathan Todd, a quasi tre anni da quando la Commissione stabilì che l’abuso da parte di Microsoft della posizione dominante sul mercato del suo sistema operativo Windows era dovuta esclusivamente al comportamento della società. La Commissione aveva imposto nell’aprile 2004 una multa record di 497 milioni di euro a Microsoft stabilendo che la società non aveva rispettato il principio di fornire informazioni necessarie per competere ad altri produttori o piccoli server aziendali. Microsoft aveva però annunciato che avrebbe fatto pagare una quota per fornire informazioni sull’interoperabilità, ma la Commissione ha affermato che si tratta di informazioni non nuove né rintracciabili altrove gratuitamente. “Sono pertanto costretta a prendere misure formali per assicurarmi che Microsoft rispetti questi obblighi”, ha detto, rigettando come infondate le 1.500 pagine di osservazioni di Microsoft, la commissaria Ue alla Concorrenza Neelie Kroes. Il colosso di Bill Gates ha quattro settimane di tempo per ribattere alle accuse. La società rischia 500 mila euro di multa al giorno dal dicembre 2005 al 30 giugno 2006, oltre alla multa di 1,5 milioni di euro al giorno già ricevuta. In ogni caso il massimo di multa quotidiana complessiva potrebbe arrivare a 3 milioni di euro al giorno

martedì 27 febbraio 2007

Cèline: l' uomo che raccontò il 900.


È figlio di un impiegato di assicurazioni e la madre ha un negozio di porcellane e merletti. Louis-Ferdinand avrà un ricordo negativo dell'infanzia e non perdonerà mai il padre per le numerose percosse subite. La madre era una donna senza carattere che non riusciva a bloccare questi abusi sul figlio.Particolare il luogo dove Céline trascorre l'infanzia, il Passage Choiseul. L'autore nomina spesso questo luogo della giovinezza e più volte lo descrive come luogo angusto, come una sorta di prigione.

Nel 1912, appena diciottenne, il giovane Céline si arruola volontario nell’esercito francese dove viene aggregato al "12e régiment de cuirassiers" a Rambouillet (l'episodio è straordiariamente descritto in Casse-Pipe 1949).

Nel 1914 scoppia la prima guerra mondiale, vi prende parte con valore come volontario ed ottiene diversi riconoscimenti..

Nel 1915, dopo aver a lungo vagato negli ospedali, ottiene il congedo e viene riformato per invalidità al 70%.

Ottenuto il congedo nel 1916 firma un contratto con la Compagnie Francaise Shanga Oubangui per dirigere una piantagione di cacao in Camerun. Dopo nove mesi, spossato dalla malaria, torna in patria e trova impiego presso una piccola rivista di divulgazione scientifica (esperienza descritta in Mort à Crédit). Nel 1918 si iscrive alla facoltà di medicina di Rennes, laureandosi nel 1924.Dal 1924 al 1928 lavora per la Società delle Nazioni che lo invia a Ginevra, Liverpool, poi in Africa, negli Stati Uniti, in Canada e a Cuba. In questi spostamenti è spesso medico di bordo. Durante questi viaggi Céline affina la sua cultura e si rende conto che: "Il viaggio (sia fisico che mentale) è l'unica cosa che conta, tutto il resto è delusione e fatica".In questo periodo svilupperà la sua convinzione sull'inaridimento dell’uomo moderno. Rientrato in Francia nel 1928, si stabilisce a Montmartre dove svolge la professione di medico dei poveri, quasi gratuitamente. Durante le interminabili notti insonni scriverà Viaggio al termine della notte (Voyage au bout de la nuit).

È proprio da questa sua attività di medico dei poveri, i quali non sono capaci di pagarlo, che Céline si accorge che la stessa povertà è una malattia, tremenda e senza cura. Continuando a visitare senza farsi pagare finirà per ammalarsi egli stesso di quella malattia.

Quella di Céline è una lotta contro un mondo che sogna soltanto il potere ed il progresso. Il mondo che è diventato una malattia cronica. La morte sembra l'unica cosa veramente coerente.Morte e ironia sono le uniche cose che fanno intravedere una speranza di guarigione dalla malattia della vita moderna.Riguardo l'antisemitismo di Céline ci sono ben pochi dubbi in quanto non solo esso traspare da alcuni suoi scritti ma è esplicitamente illustrato in tre pamphlet sulla questione. Ad esempio nel 1938 ne L'école des cadavres denunciava la rovina della Francia a causa degli ebrei e dei capitalisti e invocava una nuova alleanza con la Germania hitleriana al fine di preparare lo scontro ad ultimo sangue tra democrazie occidentali e bolscevismo.È comunque doveroso ricordare come nei primi lavori, specialmente in Mort à crédit, Céline ironizza più volte con l'antisemitismo: ad esempio quando il padre nervoso se la prendeva con tutti, ebrei, massoni, bolscevichi, capitalisti..., viene descritto in maniera grottesca e ridicola. E il suo primo romanzo, Voyage au bout de la nuit, appena pubblicato fu accusato di essere filocomunista, e nel clima antisovietico del tempo Céline fu costretto a difendersi e a rettificare con un apposito pamphlet (Mea culpa). Da allora in poi Céline ha sempre dichiarato a gran voce il suo patriottismo e il suo legame alla nazione, più o meno nella stessa maniera del suo alter ego Bardamu nel Voyage: quando all'ospedale militare scopre che un vecchio soldato che non fa altro che gridare "Viva la Francia!" viene trattato meglio degli altri pazienti, inizia anch'egli a gridare "Viva la Francia" ad ogni momento.Nel 1945 finita la seconda guerra mondiale l'accusa di antisemitismo e collaborazionismo gli valsero l'esilio dalla Francia. Troverà alloggio in Danimarca dove resterà fino al 1951.Nel 1951, tornato in Francia dopo gli anni d'esilio in Danimarca, il Dottor Destouches acquistò una casa a Meudon, un piccolo centro urbano a circa 10 km da Parigi. La casa da lui scelta si trovava su una collinetta dalla quale si dominava l’intera capitale.

Viaggio al termine della notte

Il Voyage è indubbiamente il più famoso romanzo di Céline. Esso è un affresco della razza umana, sicuramente uno dei romanzi che meglio ha saputo capirla e rappresentarla. Affronta tutti i temi più importanti del XX secolo: la guerra, l’industrializzazione, la decadenza coloniale, l’impoverimento e l'aridità delle coscienze.

È la storia di un medico, Bardamu, alter ego dell'autore, che dopo aver partecipato alla prima guerra mondiale si imbarca per le colonie, di qui agli Stati Uniti e poi nuovamente in Francia dove diventa medico dei poveri.

Il romanzo è un pretesto per la riflessione sulla vita di Céline, viene infatti imbastito di aforismi sul senso o meglio sul non-senso di questa cosa incerta che per convenzione tutti chiamano vita.

Céline usa la parola come un bisturi, seziona la realtà con un piglio cinico, che è in realtà il grimaldello per scardinare la convinzione ottusa, i rapporti falsi, la vanagloria, i grandi ideali che a suo dire, non sono che "i nostri peggiori istinti vestiti di paroloni".

Ma tutto questo non per spregio, anzi, ciò che muove Céline (tanto il medico quanto il letterato) è un disperato amore per la vita, l'angoscia di vederla stuprata dalla modernità, dai falsi idoli, dalla guerra.

Morte a credito

Pubblicato nel 1936, è il secondo romanzo di Céline, lo stile è spinto ancor più all'estremo, l'argot balla galleggiando su quei tre punti di sospensione che non lasciano riprendere fiato. In Italia arriva piuttosto tardi, intorno agli anni sessanta, in una traduzione monumentale di Giorgio Caproni. È considerato uno dei capolavori della letteratura francese del Novecento.

È un romanzo che segue un filo autobiografico, infatti il protagonista è un ragazzo di nome Ferdinand, che deve affrontare la vita nel Passage Choiseul, il suo inserimento nel mondo del lavoro, i suoi viaggi studio.

Il romanzo è una presa di distanze dalla vita, che non è quello che crediamo e che alla fine ci porta a conquistare l’unico credito che siamo sicuri di riscuotere.

Tre album per capire gli anni 90: Daydream Nation (Sonic Youth), Dolittle (Pixies), Husker du




"Looking for a ride to your secret location, where the kids are settin' up a free-speed nation, for you..."

"Daydream Nation" è un capolavoro. Senza mezzi termini. Uscito nel 1988, rappresenta la definitiva maturazione della Gioventù Sonica, un ulteriore affinamento del loro stile dopo dischi bellissimi come "EVOL" e "Sister", un progressivo adattamento dello sperimentalismo no-wave alla forma canzone, senza rinnegare, però, la rivoluzione sonora di cui i Sonic Youth sono da sempre portatori. 12 tracce magnifiche, incastrate una dietro l'altra senza tregua, tra art punk, noise, garage, psichedelia, un mosaico perfetto che i Sonic Youth non ripeteranno più nella loro discografia: l'alchimia qui presente, infatti, ha qualcosa in più, quell'elemento inspiegabile tipico dei capolavori, e anche se a "Daydream Nation" seguiranno dischi ottimi, a volte grandiosi ("Dirty", "Washing Machine", "A Thousand Leaves", la moderna trilogia newyorkese che ha aperto il nuovo millennio), resterà questa la pietra miliare della loro sterminata produzione musicale.

Come non abbandonarsi totalmente, dunque, al ribellismo antireaganiano di "Teenage Riot", alla velocità supersonica di "Silver Rocket", a manifesti generazionali come "Eric's Strip" ed "Hey Joni" cantati dall'immenso Lee Ranaldo, per poi giungere al totale annientamento di "Trilogy", il vero capolavoro del disco, strutturato in tre parti ("The Wonder", "Hyperstation", Eliminator Jr."), dove le chitarre e le voci diventano gradualmente più angosciose, fino alla disperata conclusione hardcore gridata da Kim Gordon (l'ho vista ballare dal vivo "Drunken Butterfly" ed ero come ipnotizzato...). Un disco stupendo, quindi, "Daydream Nation", da avere e custodire gelosamente, uno spartiacque nella storia del rock e della musica al pari dei grandi album degli anni '60 e '70, un gioiello senza tempo che tutti dovrebbero possedere o almeno conoscere, dato che, se di noise ed indie rock oggi si può parlare, lo si deve senza dubbio a questi signori di New York.

E ditemi se è poco...

La storia del rock sarebbe stata di sicuro migliore, se alcune band avessero gettato la spugna per tempo, evitando lunghe e un po' penose "agonie" o inopinati ricongiungimenti. Ma quanti sono i gruppi, invece, che possono dire di essersi sciolti all'apice, nella fase del picco creativo, dopo l'uscita del loro più riuscito lavoro? Si possono contare sulle dita di una mano. Gli Hüsker Dü ("ti ricordi?" in svedese) da Minneapolis rientrano di sicuro nella cinquina. Infatti, dopo la pubblicazione nel 1987 di questo monumentale "Warehouse: Songs And Stories", il trio, formato da Bob Mould, Greg Norton e Grant Hart, dopo violenti litigi causati anche da gravi problemi di droga soprattutto da parte del batterista e coautore Hart, decise di mettere la parola fine alla storia di un gruppo la cui influenza e rilevanza crescono quanto più ci si allontana da quel fatidico anno.

Dopo un periodo di circa sei anni da indipendenti, caratterizzato da un hardcore abrasivo, crudo, velocissimo, che mette ancora oggi a dura prova l'impianto hi-fi, sintetizzato magistralmente da lavori come il doppio "Zen Arcade", la band progressivamente si avvicina ad un suono, sempre potente ed energetico, ma più incline alla melodia. Con "Warehouse", il secondo titolo dopo "Candle Apple Grey" pubblicato per la major Warner, questa "fusione fredda" tra pop e punk riesce in modo forse irripetibile.
Il suono "chitarrabassobatteria" dei nostri ha pochi eguali in quanto a potenza e pienezza. E' davvero difficile credere che a suonare quei venti brani, quasi tutti adrenalici e intorno ai tre minuti, siano solo in tre. Un vero e proprio muro sonoro si troverà davanti il fortunato che ancora non li conosce. Ma dietro quella spessa e luccicante corazza, che già da sola vale l'acquisto, scoprirà delle sottili quanto solide e godibili melodie, che si intrecciano e si confondono con quei riff duri e spigolosi, dando vita ad un impasto che riesce a far perfettamente coesistere le caratteristiche migliori dei due generi, di solito considerati agli antipodi.

Da questa materia incandescente, raffreddata in modo sapiente, i nostri, mostrando di possedere insieme le doti degli antichi fabbri e dei maestri di Murano, creano delle songs memorabili, a cui non mancano neanche dei testi intelligenti (le "Stories" del titolo) che mescolano un certo spleen, impegno ed ironia.
E' difficile scegliere tra quei venti brani: l'indecisione regna sovrana, come quando si è davanti ad una ricca scatola di cioccolatini. Forse andrebbero citate, senza per questo far torto alle altre, almeno l'apertura al fulmicotone di "These Important Years", la betleasiana, al triplo della velocità naturalmente, "Ice Cold Ice", il pugno di ferro in guanto di velluto di "It's Not Peculiar", il rock 'n' roll ironico e scanzonato di "Actual Condition" ("Well the actual condition of my mind / Is elusive as the answers that I find / I keep going through transition / From doubt to indecision / It's the actual condition of my mind"), l'ottimismo della volontà di "No Reservations".

Dal "Magazzino" degli Hüsker Dü sono in tanti, anche in tempi recenti, ad aver portato via qualcosa, alcuni senza neanche ringraziare. Ma pochi quelli che hanno, anche solo avvicinato, i loro sfavillanti risultati.


I Pixies sono una delle band più eclettiche del panorama anni 80. Sicuramente il loro sound trae ispirazione dal garage anni 60 (Troggs, Sonics, Paul Revere...) ma il quartetto di Boston riesce abilmente a rielaborare il tutto attraverso le ideologie New Wave e la violenza hardcore.

Il processo stilistico che aveva preso inizio sul precedente Surfer Rosa giunge qui ad una forma musicale forse meno istintiva ma sicuramente più compiuta.

L'album inizia su giro di basso incalzante e chitarre deflagranti che riportano ai Joy Division ma dopo pochi secondi ci si rende conto che i Pixies hanno tanto di personale da esprimere. Da Debaser a Tame, da Wave Of Mutilation a Here Comes Your Man e da Mr Grieves a La La Love You i Pixies ci fanno assaporare una miscela di grezze armonie vocali (quelle che pochi anni dopo venderanno milioni di copie con Kurt Cobain) e schizofrenie chitarristiche che ha un sapore nuovo rispetto al rock antecedente.
I Pixies giocano saltando fra le armonie pop di La La Love You , il surf rock di Here Comes Your Man e l'hardcore pre-post(rock) di Tame, l'approcio alle canzoni non è mai serio ma è comunque innocentemente sperimentale: i Pixies stavano cambiando le coordinate del garage secondo una maniera musicale che avrebbe influenzato enormemente il decennio seguente.
L'album è trascinante per chi è abituato ai suoni ruvidi e martellanti del rock, quasi inascoltabile per chi la domenica pomeriggio guarda CD Live!

Gli album migliori dei Pixies sono sicuramente i primi tre: l' EP Come On Pilgrim, Surfer Rosa e Debaser; con quest'ultimo però la band Bostoniana prende il diploma di maturità senza perdere un grammo della rabbia adolescenziale dei due precedenti ed incollando l'ascoltatore alla cassa.

Prorompente!

Il futuro politico dell' Italia

Incerto il futuro politico dell'Italia (AlJazeera)

22/02/2007 21:00

L'edicola globale

Cade il governo italiano e la notizia fa immediatamente il giro del mondo. Il New York Times titola “Il premier italiano si dimette dopo aver perso il voto sulla politica estera”. Per l’australiano The Age “Italia senza leader: Prodi lascia”. “Il presidente italiano apre le consultazioni sul nuovo governo” sottolinea il Guardian. Chiarissimo l’editoriale di Le Monde: “Prodi è morto, viva Prodi”, mentre un articolo spiega “Romano Prodi cerca di formare un nuovo governo”. “Napolitano avvia le consultazioni per formare il nuovo Governo in Italia” è la scelta di El Pais. Lapidario il titolo del Time: “Una caduta rapida per Prodi”. AlJazeera titola nella home page del sito “Incerto il futuro politico dell’Italia”. Per il Gulf Times del Qatar “Il primo ministro italiano perde un voto cruciale in parlamento”. L’International Herald Tribune titola: “Prodi si dimette dopo aver perso il voto in Senato sulla missione in Afghanistan”. Per il cinese Shanghai Daily “Prodi si dimette dopo aver perso il voto in Senato”. Variety ricorda: “Berlusconi in lizza per tornare al potere”. Secondo la Deutsche Welle “Il futuro politico dell’Italia è incerto mentre le consultazioni proseguono”.

L' evoluzione del web.

Internet: il secondo capitolo

22/02/2007 21:32

La realtà virtuale è ormai quasi completamente nelle mani degli internauti: è iniziata la seconda era di internet e il Web 1.0 è già il passato

Ancora non è stata data una definizione unica, da vocabolario, ma tutti sanno di cosa si tratta e soprattutto tutti possono partecipare al suo sviluppo. Il Web 2.0 è entrato prepotentemente a far parte delle vite di privati e aziende, come accadde anni fa per il suo fratello maggiore Web 1.0, e ha trasformato la visione di internet da visualizzazione di documenti ipertestuali statici nella possibilità di contribuire alla modifica e alle creazione del web stesso. Sono parecchi i fattori responsabili di questa rivoluzione. La diffusione delle connessioni a banda larga ha incoraggiato gli utenti a fare un uso maggiore e più consapevole di internet. In Europa il 32% delle abitazioni ha una connessione a banda larga e, fra le aziende, è il 75% ad avere scelto un collegamento di questo tipo (fonte Eurostat). Il futuro è ancora più roseo del presente, la crescita annua della banda larga prevista da Abi Research è del 9%, fino ad arrivare a 480 milioni di utenti in tutto il mondo che sceglieranno nel 2012 di navigare ad alta velocità.

a nascita di siti di social network come il celebre MySpace, di contenitori di ‘user-generated content’ come il pluridecorato YouTube, hanno dato voce alla voglia degli internauti di creare e condividere i propri contenuti e hanno sentenziato il definitivo successo del Web 2.0. Questi nuovi canali rischiano addirittura di minare il dominio del medium per eccellenza: la televisione. Il 32% degli statunitensi, ha reso noto Harris Interactive, non ha nascosto di preferire i video presenti su YouTube alla tv in salotto e un 66% arriva a sfiorare il fanatismo affermando di aver ridotto altri tipi di attività da quando ha scoperto la piattaforma. MySpace dal canto suo non sta certo a guardare e conquista il 12% delle preferenze degli americani che lo ha citato come passatempo preferito e supera Yahoo! per il numero di pagine viste mensilmente dagli internauti a stelle e strisce. Hitwise ha addirittura segnalato che nel 2006 “MySpace” è stata la parola più cercata nei motori di ricerca. A far cavalcare l’onda del Web 2.0 alla televisione, mentre impazzano i download di programmi televisivi nei negozi online, è stato Al Gore, ex vicepresidente degli Stati Uniti. Current Tv non si limita a mandare in onda i contenuti degli utenti in maniera casuale ma li seleziona e li trasmette con l’ausilio di grandi nomi di internet come Google.

L’e-commerce, con l’evoluzione al web 2.0, è diventato Social Commerce rendendo più attiva la partecipazione di utenti e venditori. I sistemi di feedback, celebre quello adottato da eBay, mettono in condizione gli internauti interessati all’acquisto di ponderare la propria scelta attraverso i commenti e i giudizi lasciati dagli altri utenti. Un’altra veste assunta dal commercio online in questa nuova era è il “visual shopping” che solletica l’attenzione di quegli internauti che hanno voglia di spendere ma non sanno come farlo. Il sistema ricorda quello di Google Maps che permette di orientarsi fra un vasto panorama di scelte andando piano piano a restringere il campo. Sempre più sicuro e certificato, l’e-commerce è pronto a infastidire le vetrine dei negozi, come uSwitch.com prevede accadrà in Inghilterra nel 2020 con la conquista del 40% del mercato, e ha già messo sull’attenti le aziende stesse che sono scese in campo per dialogare con i propri utenti. Il 2007 è visto come un anno spartiacque per il numero di società che inizieranno a utilizzare la configurazione Web 2.0 per andare incontro ai consumatori. cScape e E-consultancy prevedono che sarà il 42% delle aziende a installare tecnologie Web 2.0 nei prossimi dodici mesi, il 35% si affiderà a blog aziendali, il 33% a podcasting e il 35% a videocasting.

Anche il mondo della politica inizia a cercare consensi online sfruttando l’ampio bacino d’utenza della comunità virtuale Second Life. L’avversario della socialista Ségolène Royale, candidata alle presidenziali francesi, Nicolas Sarkozy, ha creato il suo quartier generale su un’isola e regala t-shirt gratuite a tutti i naviganti che passeggiano per i suoi uffici con i loro avatar. Non direttamente ma anche Ségolène Royale ha fatto la sua comparsa su Second Life, uno dei suoi comitati di sostegno ha creato un ufficio del suo sito ufficiale sulla piattaforma. Salpando dall’isola di Sarkozy verso altri lidi può succedere di imbattersi nella base di un altro candidato alla presidenza, degli Usa questa volta, il democratico John Edwards.

La mano, anzi la tastiera, dell’utente comune inizia a vedersi anche fra gli intoccabili: i grandi portali hanno cominciato a dare spazio a navigatori addirittura in home page. Leonardo ha rinnovato completamente la sua pagina d’accesso riducendo anche gli spazi pubblicitari per dare voce ai suoi visitatori e utilizzando la tecnologia Ajax che rende più facile la personalizzazione da parte dell’utente. Ed è solo l’inizio.

MySpace è una comunità virtuale di proprietà del colosso dei media News Corp. Il sito di social network ha chiuso il secondo trimestre fiscale del 2007 con guadagni per 125 milioni di dollari, come ha reso noto Interactive Media. MySpace vanta 60,9 milioni di visitatori unici a dicembre negli Usa, dati di comScore e Media Metrix, ovvero il 35% dell’intera audience multimediale degli Usa. L’ultima sfida lanciata da Rupert Murdoch attraverso la piattaforma è quella di produrre un film coinvolgendo gli utenti. “My Movie Mashup” vede la collaborazione di News Corp., del “Times”, della Vertico Film e della Film 4 per un budget di 4 milioni di euro.

Il fenomeno YouTube è nato nel febbraio del 2005 da un’intuizione dei tre dipendenti di PayPal Chad Hurley, Steve Chen e Jawed Karim. La popolarità del sito si deve alla possibilità di caricare e scaricare contenuti generati dagli utenti stessi. YouTube ospita anche video di show televisivi e musicali, aspetto che ha spesso scatenato le ire delle maggiori etichette. A giugno 2006 l’azienda ha comunicato che quotidianamente vengono visualizzati circa 200 milioni di video, con 65.000 nuovi filmati aggiunti ogni 24 ore. Nielsen/NetRatings ha valutato che i visitatori mensili sono venti milioni al mese. YouTube è stato acquisito il 10 ottobre 2006 da Google per la somma di 1,65 miliardi di dollari ed è diventato da pochi giorni anche mobile grazie all’accordo siglato con Vodafone. I clienti britannici di Vodafone potranno scegliere ogni giorno fra una selezione di video, caricare contenuti e condividerli con gli amici. Anche una blasonata squadra di calcio ha deciso di giocare sulla piattaforma. Il Chelsea campione d’Inghilterra si è accordato per pubblicare su YouTube immagini d’archivio e filmati quotidiani.

•Rebecca Ravizza

BitTorrent: ecco quello che ci attende.

BitTorrent è diventato grande. L'annuncio è avvenuto quando ancora la homepage non si era aggiornata alla nuova versione, ma le promesse erano ampie e solo con l'apertura del nuovo sito si è capito dove il servizio intendeva arrivare. Da oggi BitTorrent cambia ed aggiunge alla vecchia semplice piattaforma di download peer-to-peer le funzionalità proprie di un nuovo canale di distribuzione. E non solo: dietro il nome BitTorrent Entertainment Network c'è molto di più.

L'interfaccia offre quattro opportunità: "Now playing" è la sezione in cui si riassume il meglio dell'offerta del network; "Movies & Tv" apre al menu dell'offerta cinematografica e televisiva; "Music" predispone l'elenco dei download musicali disponibili; "Games" è la parte dedicata all'intrattenimento ludico. Per accedere ai servizi del nuovo BitTorrent occorre iscriversi e scaricare il client (versione 5.0.6, 5.56Mb). Dopodichè c'è solo l'imbarazzo della scelta.

Le novità
La grande novità del nuovo BitTorrent è nella commercializzazione dei contenuti. Quello che prima era un servizio conosciuto per le sue grandi capacità e sfruttato soprattutto per il download di contenuti e prodotti illeciti, ora è un canale ottimale per la distribuzione di materiale protetto, a pagamento e tutelato. BitTorrent è il classico rischio che diviene opportunità e ad accorgersene sono in molti fin da subito: 20 Century Fox, Comedy Central ed MTV (gruppo Viacom), Lionsgate, Paramount, Spike, Warner Bros i big fin da subito saliti sul carrozzone e già in bella mostra sulla nuova homepage del sito.

I contenuti disponibili
La tipologia di contenuto su cui si concentrano le maggiori risorse del nuovo BitTorrent è il video, suddiviso in film di origine cinematografica, in telefilm di natura televisiva ed in filmati di estrazione musicale. I prodotti hanno prezzi differenziati e specifici limiti nell'uso. Per quanto concernente i film il prezzo è di 3.99 dollari ed il pulsante di download esplicita chiaramente come trattasi al momento di un "affitto" e non di un "acquisto" (sebbene quest'ultima modalità sia già prevista dalla policy del servizio). Per i telefilm le modalità sono le stesse, con il prezzo che scende a 1.99 dollari per singola puntata. Film di origine cinematografica ma di più vetusta datazione hanno prezzo di godimento ridotto a 2.99 dollari.

I film disponibili sono divisi in categorie e scorrendo rapidamente il menu è possibile scorgere titoli quali Al Capone (2.99$), Alien 3 (2.99$), Batman (2.99$), Superman Returns (3.99$), Saw III (3.99$) o The Matrix (2.99$). Un film quale Superman III (attualmente promosso in grande evidenza sulla homepage del sito) implica un download da 1.4Gb e mette a disposizione uno specifico trailer in streaming.

Per quanto riguarda l'offerta di matrice televisiva l'offerta è già ampia: South Park, Prison Break, 24, Beavis And Butt-Head e molto altro. La sezione musicale funziona sulle stesse direttive della precedente, ma si differenzia per un contenuto completamente incentrato sull'offerta di video musicali. Per quanto concernente i videogiochi v'è al momento ampia disponibilità di titoli gratuiti di varia estrazione, tra i quali si segnalano vecchi giochi e vari trial di videogame di attuale distribuzione. Al momento, purtroppo, quasi l'intera disponibilità BitTorrent è riservata all'utenza statunitense (o comunque indirizzata ad un utilizzo anglofono) ma potrebbe non essere lunga l'attesa prima di un'apertura internazionale del botteghino. Nel contempo i contenuti non saranno solo firmati dai grandi gruppi: chiunque potrà mettere in campo le proprie opere, creare il proprio file torrent ed avere così un nuovo importante palcoscenico per farsi conoscere. Per il futuro di BitTorrent, insomma, vi sarà da valutare anche il fattore "user-generated content", elemento su cui basa il proprio successo un ipotetico rivale quale YouTube.

Limiti e requisiti
Un elemento fondamentale va considerato nel momento in cui si intende valutare la possibilità di far uso del nuovo client: i prodotti in vendita sono distribuiti sotto Digital Right Management Microsoft. I file, insomma, vanno riprodotti tramite Windows Media Player (a partire dalla versione 10 e superiori) e per questo motivo si indica Windows XP SP2 come SO necessario e Internet Explorer 6.0 come requisito minimo. Inevitabilmente il consiglio indicato è quello di una connessione disponibile a banda larga con una capacità di download di almeno 300Kbps.

La presenza del DRM è relativa ai limiti imposti all'uso dei file: ogni prodotto acquistato va fruito entro 30 giorni dal download e la riproduzione deve terminare entro 24 ore dall'inizio della stessa. Tali limitazioni vanno ad inibire le possibilità di un uso esteso dei file mettendo al laccio eventuali copie illecite. Non solo: la guida ai requisiti pubblicata sul sito indica esplicitamente l'impossibilità di trasferire i file su dispositivi mobile quali iPod, Zune (si, anche Zune) o PSP.

Dal pc alla Xbox
Una apposita guida illustra le varie possibilità per portare il segnale video dal pc (ove avviene il download tramite client BitTorrent) allo schermo televisivo (ove è migliore la fruizione del prodotto). Tra le varie opzioni sono indicate le uscite VGA, S-Video, Composite Video, ma anche tramite interconnessione con la Xbox. Proprio la console Microsoft, infatti, verrà presentata nei prossimi giorni come un elemento nuovo per portare l'IPTV sullo schermo televisivo. Un pc in grado di avviare il media center, il controller come telecomando, BitTorrent come canale di download, acquisto video, IPTV, DRM Microsoft: ogni tassello è al suo posto, nasce un nuovo elemento nella filiera di distribuzione dei contenuti video. A questo punto mancano solo i pop-corn.

Un altro passo verso la convergenza
I contenuti piovono in massa: il computer doveva uccidere la tv? Come ampiamente previsto, succederà qualcosa di diverso: i due medium si fonderanno alla ricerca di un nuovo equilibrio. Microsoft potrebbe aver trovato con BitTorrent un elemento fondamentale per avvicinare quanto più il medium nascente al proprio ecosistema, ottenendo così una nuova fondamentale fonte di introito e determinando sul proprio brand una nuova bolla in grado di attrarre quell'utenza consumer già propria da ormai un ventennio.

La concorrenza non è certo ferma. Sul versante opposto c'è Apple, Sony non rimarrà a guardare, Google ha YouTube tra le mani, Joost fa capolino e nomi quali Amazon o WalMart hanno già affilato le unghie. Microsoft è il gruppo che ha maggiori risorse a disposizione (tra le quali anche il marketplace creato in ambito Xbox Live) e BitTorrent potrebbe essere il valore aggiunto al sistema Microsoft-centrico. Nei prossimi giorni il nuovo modello di IPTV made in Redmond sarà presentato al pubblico ed a quel punto se ne potrà sapere di più.

Per BitTorrent il modello di business dovrebbe essere affidato tanto ad un diritto di sfruttamento del proprio network da 135 milioni di utenti, quanto ad un flusso monetario proveniente dalle promozioni disponibili sulle pagine di ricerca del sito. Vinton Cerf lo disse in tempi non sospetti: lo strumento sposa perfettamente le necessità di Hollywood, quel matrimonio s'ha da fare. Cerf non potrà celebrarlo in quanto ormai è insedato presso la parrocchia Google, ma la stretta di mano tra Bill Gates e Bram Cohen è destinata comunque a lasciare il segno anche senza benedizioni altrui.

Il futuro della tv: tra iptv e youtube.

Il futuro della Tv: tra IpTv e YouTube

Il nuovo Rapporto di ITMedia Consulting chiarisce le idee in vista dei palinsesti di domani


La Tv sta per essere travolta dai nuovi fenomeni del Web, dalla piattaforma IpTv o dagli User generated content? Questi sono solo alcuni degli interrogativi a cui cerca di rispondere il nuovo Rapporto di ITMedia Consulting, che parte da social networking e fenomeni del Web 2.0 come YouTube e MySpace nei video online, per vedere quale impatto i modelli cosiddetti orizzontali avranno sulla Tv centralizzata fin qui conosciuta. La condivisione del video sharing o il Peer to peer (dell'ex Project Venice dei co-fondatori di Skype) sfidano l'IpTv: per questo è attuale “The Creative Industry: IPTV, User Generated Content and Social Networks” di ITMedia Consulting: la Tv in banda larga è ancora di nicchia con 680 milioni di euro ricavi in Europa alla fine del 2006, ma entro il 2010 conquisterà il 12% del mercato della pay Tv, contro il 4.4% del 2006, e sorpasserà la soglia dei 2,6 miliardi di euro. In questo mercato i video on demand nel 2010 raggiungerà 1,2 miliardi di euro, mentre il Free VOD, cioè il Video on demand finanziato dalle inserzioni pubblicitarie, passerà da 13,2 milioni di euro nel 2006 a 320 milioni nel 2010. Del resto, sul fronte degli spot, ITMedia Consulting stima che in Europa la spesa dell'advertising online crescerà da 5,9 miliardi di euro nel 2006 a 11,4 miliardi di euro alla fine del 2010, con un incremento annuo del 23%. Ma non c'è solo IpTv all'orizzonte della Tv in banda larga: i contenuti generati dagli utenti (Ugc), social broadcasting o network, Wikipedia, MySpace e YouTube stanno rivoluzionando il panorama della creazione/ fruizione dei contenuti (video compresi) online. Nella Ue a 25 ben 64 milioni sono gli utenti in broad band: di questi, a tantissimi piace partecipare generando contenuti amatoriali. Iptv e web tv sono due modelli antitetici, ma nel 2010 potremmo arrivare a livelli di penetrazione affini, arrivando a sommare i due mercati a una quota di circa 4 miliardi di euro di fatturato. ITMedia Consulting consiglia quindi di non puntare solo su modelli classici di Tv, ma di guiardare anche alle nuove modalità di offerta e fruizione dei contenuti.

Confused mind

Incredibile notizia proveniente da Milano:

L'insegnante, 22 anni, è stata denunciata e sospesa
Si difende: "E' stato un incidente, un gioco finito male"

Milano, l'alunno è troppo vivace
la maestra gli taglia la lingua

Al piccolo cinque punti di sutura e 10 giorni di prognosi
è traumatizzato e non vuole più tornare a scuola


MILANO - Incredibile episodio in una scuola elementare milanese: una maestra di sostegno ha causato un taglio alla lingua di un alunno di sette anni, provocandogli "una ferita a tutto spessore" giudicata guaribile in dieci giorni. L'insegnante è stata denunciata per lesioni e sospesa dal lavoro. Il fatto, rivelato dal Corriere della Sera, è avvenuto il 20 febbraio scorso in una scuola della zona San Siro.

La maestra di sostegno, R.S. di 22 anni, si difende affermando che si è trattato di un incidente: in una sorta di gioco avrebbe avvicinato le lame delle forbici alla lingua del bimbo irrequieto ("Parli troppo, tira fuori la lingua, che te la taglio..."), ma il gioco è andato oltre le intenzioni e la lama è finita sulla lingua del piccolo, tagliandola. In quel momento la giovane insegnante aveva il controllo dell'intera classe, perché la maestra di ruolo si era brevemente assentata.

Il bambino, spaventatissimo, è stato portato in ospedale, dove i medici gli hanno praticato cinque punti di sutura, con prognosi di dieci giorni e obbligo di alimentazione liquida fino alla guarigione della ferita.

Secondo quanto confermato dall'avvocato Piero Porciani, che tutela la famiglia, da quel giorno il ragazzino è sotto choc e non è più voluto tornare a scuola. La mamma, inserviente in una mensa, ha dovuto lasciare il lavoro per stare accanto al piccolo. E ha presentato denuncia per lesioni contro l'insegnante avviando una causa contro l'istituto per ottenere il risarcimento dei danni morali e materiali.

"Siamo tutti increduli - commenta l'avvocato - E' vergognoso pensare che a insegnare siano mandate persone non monitorate dai vertici scolastici. La ragazza era al primo anno di insegnamento, un bel biglietto da visita".

lunedì 26 febbraio 2007

pink floyd, astronomy domine video

http://www.youtube.com/watch?v=6M-UtlpvBWk

Bittorrent, film e show televisivi a pagamento


Bittorrent investe sul download cinematografico; la novità più interessante è quella di poter dare l' opportunità agli utenti di pubblicare propri video o film in un fututro prossimo. Le major hollywoodiane coinvolte nell’accordo sono 20th Century Fox News Corp, Warner Bros. Home Entertainment, Lionsgate Entertainment Corp, Metro-Goldwyn-Mayer Inc., Paramount Pictures e MTV Networks.

Il ruolo del blog negli StatiUniti


Il sondaggio di Zogby e We Media
Usa, il futuro dell'informazione? I Blog
La maggioranza dei cittadini americani ritiene che i blogger sono importanti nel futuro del giornalismo nazionale. Un dato che si aggiunge al risultato di un sondaggio Nielsen/NetRatings per il quale a dicembre 2006 il traffico sui blog dei 10 principali quotidiani online statunitensi ha visto uno sviluppo del 210%
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Blog e giornalismo. Dal fidanzamento al matrimonio. Così si potrebbe dire, considerato il risultato di un'indagine realizzata da Zogby e We Media, portale web dedicato al mondo del giornalismo online, secondo cui la maggioranza dei cittadini Usa ritiene che i blogger sono importanti nel futuro del giornalismo nazionale.

Un dato che va ad aggiungersi al risultato di un sondaggio realizzato da Nielsen/NetRatings e reso noto poche settimane fa: il traffico sui blog dei 10 principali quotidiani online statunitensi ha visto uno sviluppo del 210% a dicembre 2006 rispetto all'anno precedente. Mentre la crescita del traffico verso le pagine dei siti web (blog esclusi) degli stessi quotidiani ha visto un incremento pari solo al 9% nello stesso periodo analizzato.

Entrambe le ricerche testimoniano come nel mercato Usa, dove gli investimenti su blog e quotidiani online sono maggiormente significativi in termini di tempo ed energie, i risultati si facciano apprezzare. La blogosfera sembra la più amata, ma nel complesso si può dire vincente un uso "misto" di interattività e comunicazione più colloquiale (quella dei blog), accanto a quella più "strutturata" del prodotto editoriale anche sul web.

L'indagine di Zogby e We Media, che ha coinvolto 5384 persone in tutti gli Stati Uniti, ha fatto emergere anche un altro dato: il 74% degli intervistati ritiene che un ruolo chiave sarà giocato dai giornalisti "fai da te", coloro che si trovano casualmente sul luogo di un avvenimento importante e forniscono informazioni direttamente ai giornali o alle emittenti radiotelevisive.

Quanto all'impatto di internet sul giornalismo, il 53% del campione si è detto certo che i media online rappresentino l'opportunità più grande per il futuro dell'informazione. 72 intervistati su 100 si sono detti "insoddisfatti" per la qualità del giornalismo negli Stati Uniti, anche se il 76% ha espresso il parere che "l'effetto internet" sulla qualità dell'informazione è stato positivo.

All'interno del sondaggio sono stati ascoltati anche 77 addetti ai lavori che sono intervenuti a un incontro di We Media svoltosi a Miami: il 55% di questi si è dichiarato "insoddisfatto" dell'informazione in America, mentre il 61% crede che i media siano distanti da ciò che gli americani chiedono in quanto a notizie. L'86% degli esperti ha inoltre confermato che i blogger saranno la chiave per il futuro del giornalismo.

I "DROGATI" di Internet...in Cina

Sabato, 24 Febbraio 2007
Pechino rieduca i “drogati” di Internet
“Allarmato da un’indagine secondo cui il 14% degli adolescenti cinesi sono potenziali vittime di una “dipendenza” patologica da Internet, il governo cinese ha lanciato una campagna per abolire quello che la Lega della Gioventù comunista definisce un “grave problema sociale” che minaccia la nazione. Poche nazioni sono state efficaci quanto la Cina nel combattere tossicodipendenze e alcolismo, anche se le tecniche usate sono spesso criticate. Ora le autorità rivolgono la loro attenzione alla lotta contro un’altra presunta dipendenza, a cui i mass media statali hanno attribuito dei suicidi, cattivi risultati scolastici, e perfino un omicidio che sarebbe stato causato da una lite su una “proprietà virtuale” vinta in un gioco online. Il governo cinese si aggiunge a quelli di Corea del Sud, Thailandia e Vietnam nel porre limiti al tempo che gli adolescenti possono trascorrere su Internet. Pechino ha varato normative per proibire gli Internet café ai minorenni e opera dei controlli per garantire che i giovani vengano espulsi dai giochi online dopo cinque ore. Alcuni scettici vedono un parallelismo tra questa campagna e il controllo più generale della censura cinese su Internet. Nella sua battaglia contro la dipendenza il governo usa otto cliniche per la rieducazione dei pazienti. Pochi dei pazienti, dall’età compresa fra i 12 e i 24 anni, sono ricoverati su loro richiesta. La maggior parte sono stati ricoverati forzosamente su richiesta dei genitori che pagano fino all’equivalente di 1.300 dollari Usa al mese - dieci volte il salario medio cinese - per la terapia. Una clinica vicino a Pechino è diretta da Tao Ran, un ufficiale dell’esercito già specializzato nel recupero di eroinomani. I duri metodi utilizzati includono una disciplina militare, medicinali, ipnosi, e leggeri elettroshock”. (da un reportage del Washington Post)

video degli Apse, the crowned

http://www.youtube.com/watch?v=sC7Y076e1rI

Radiohead, ok computer



Siamo nel 1997 e il fenomeno del grunge già aveva perso per strada la sua energia creatrice che aveva sfornato nell' arco di cinque anni gruppi che sarebbero rimasti scolpiti per sempre nella storia del rock. Ebbene si, il 1997 rappresenta l' anno di svolta per il gruppo capitanato da Tom Yorke per una serie di valide ragioni: tra le tante il fatto di essere stati sempre considerati di meno rispetto agli Oasis perchè, si diceva, la loro musica era più sperimentale e meno accesibile. Con il precedente album (The Bends) già si aveva il sentore delle intuizioni geniali che i nostri avrebbero saputo regalare anche in futuro. Ricordo che all' epoca il sottoscritto aveva 15 anni e che il primo ascolto di paranoid android colpì e confuse allo stesso tempo...ma dal primo momento si capiva che era un capolavoro. Poi le altre canzoni sono gioielli che ti si attaccano al cuore e te li porti dietro per il resto della vita; per esempio exit music (for a film) con il suo senso di desolazione e di profonda rassegnazione ti fa capire che cos avuol dire la parola suicidio; Let down, un viaggio gelido dove spicca la voce angelica di Tom, karma police, il singolo capolavoro che parla del karma e dell' equilibrio che ognuno dovrebbe cercare di salvaguardare...e poi il resto delle canzoni che ti proiettano in un altro mondo...dorei immaginifico, orrificante ma allo stesso tempo affascinante. Io ci vedo questo dall' angoscia, dalla sofferenza, dalle brutture della vita si può ripartire e si deve sperare...la negatività e il colore scuro dominano l' album ma sono passagi della vita che insegnao e fanno crescere l' uomo...

Il pastrocchio all' italiana


Crisi,Fassino:"La maggioranza c'e'"
"Con o senza senatori a vita"
"Secondo i nostri conti, abbiamo 158 voti di senatori eletti su 315 e 162 voti con i senatori a vita su 322: dunque, al Senato c'è una maggioranza sia per quanto riguarda i senatori eletti, sia con l'interno Senato". Lo ha detto il segretario dei Ds Piero Fassino aggiungendo: "Non credo che Follini sposti l'asse del governo in senso moderato. Nel centrosinistra ci sono persone anche più moderate di Follini".
"Una maggioranza di centrosinsitra composita deve essere capace di tener conto delle esigenze e dei punti di vista di tutti. Non si tratta di sacrificare nessuno, ne' di mettere ai margini nessuno". Lo afferma il segretario dei Ds, Piero Fassino, ospite di 'In mezz'ora' parlando dei rapporti tra l'ala riformista e quella radicale della coalizione. Fassino dice anzi di aver apprezzato la linea tenuta dal Prc in "questo passaggio che e' stato davvero difficile" e mette in evidenza che quanto accaduto al Senato e' ststo frutto del dissenso di due singoi senatori quindi "non possiamo rimproverare un atteggiamento non responsabile a questi gruppi della sinistra piu' radicale".
"FOLLINI NON SPOSTERA' L'ASSE DEL GOVERNO""Non credo che Follini sposti l'asse del governo in senso moderato. Anche perche' nel centrosinistra ci sono gia' persone anche piu' moderate di Follini" osserva Piero Fassino. Quello che conta per il segretario della Quercia e' "non e' rilanciare il governo Prodi come un governo piu' moderato ma rilanciarne il profilo riformista e riformatore". "I riformisti non sono moderati. In Italia -aggiunge Fassino- c'e' l'equivoco non fondato che i riformisti siano piu' moderati. Io sono un riformista, un socialdemocratico e non mi considero un moderato".
"DICO, CI BATTEREMO PER L'APPROVAZIONE""Ci batteremo affinche' il provvedimento venga approvato". A garantire che l'Unione si impegnera' in Parlamento per far approvare il Ddl sui Dico e' Fassino che ha ricordato che i Dico non compaiono fra i 12 punti programmatci sottoscritti da tutti i segretari dell'Unione perche' "il governo ha gia' approvato un diegno di legge che ora e' in commissione al Senato, dove sono presenti anche altri progetti di legge sulle unioni civili. La prossima settimana - ha aggiunto Fassino - il provvedimento iniziera' il suo iter e noi ci batteremo perche' venga approvato".

Attualità: inquietante scenario...

Nucleare, Iran: non torniamo indietro, pronti "anche a guerra"
domenica, 25 febbraio 2007 11.26
Versione per stampa

TEHERAN (Reuters) - Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha annunciato oggi che il suo Paese non ha la "retromarcia" sulla strada per dotarsi della tecnologia necessaria a produrre combustibile nucleare. Lo riferisce l'agenzia stampa iraniana Isna.
"L'Iran ha ottenuto la tecnologia per produrre combustibile nucleare e il movimento dell'Iran è come quello di un treno ... che non ha freni né retromarcia", ha detto Ahmadinejad in un discorso a Teheran.
Un rappresentante del ministero degli Esteri di Teheran - sempre secondo quanto riferito da Isna - ha detto che l'Iran è pronto a qualunque scenario nella disputa sul nucleare con l'Occidente, "persino alla guerra", e che altri passi delle Nazioni Unite non fermeranno l'attività nucleare del Paese.
"Siamo pronti per qualunque situazione, persino per la guerra", ha detto Manouchehr Mohammadi del ministero degli Esteri a una conferenza a Isfahan, nell'Iran centrale.
"Se adottano una seconda risoluzione, l'Iran risponderà e continuerà le proprie attività nucleari", ha spiegato.
L'Onu ha adottato sanzioni a dicembre nei confronti dell'Iran per la sua attività nucleare, che secondo l'Occidente è finalizzata a produrre armi atomiche.

giovedì 22 febbraio 2007

Camorra

'O sistema, vero scoglio duro dell' Italia, dell' Europa se non di tutto l' occidente...bellissima intervista a Roberto Saviano che ci spiega al fenomeno in maniera appofondita
http://www.youtube.com/watch?v=cIolSS16tuA parte 1
http://www.youtube.com/watch?v=bgF6QE0ZbK8 parte 2
http://www.youtube.com/watch?v=5bMjdKxYTzs parte 3
http://www.youtube.com/watch?v=RVonXTHIBIU parte 4
http://www.youtube.com/watch?v=7d0IIYFa-Oo parte 5

E inoltre un' agghiacciante documentario sul problema deu rifiuti a Caserta...le immagini si commentano da sole...
http://www.youtube.com/watch?v=2Xypcy0sBis
http://www.youtube.com/watch?v=AyebnhDD5Cw
the cure- a forest live in Japan, 1984

Future stragi

Stragi seraliAliquote fiscaliIl governo si impone e poi scomponeMettiamo le ali e fuggiamo da questi maliPotenti inermi come pachidermiFuture stragi e poi gli agi che son sempre mediaticiMafiosi bramosi di estirpare il buon camparePupazzi parlanti, politici cantanticoprono il vero e lo rendono neroFuture stragi e poi gli agi che son sempre mediaticiLeonardo Micheli

L' ascia

L' ascia non lascia chi ha in mano un asciaL'ascia perisce nel cuore di chi colpisce L' ascia rallenta al battito di ciglio di una bambina che si spaventaL'ascia muore quando un uomo scopre di avere dentro di sè un grande onore eL' ascia non lascierà chi non ubbidirà alla propria volontàL' ascia non potrà morire per chi non avrà il coraggio di agire perchèL' ascia è coscienza della virtù della propria incoscienzal' ascia non porta rancore se tu guardi al tuo destino con malincuore...

Dj Shadow, Entroducing


Siamo nel 1996 e un ragazzo di nome Josh Davis che si fa soprannominare Dj Shadow incide per la Mo' Wax l' album intitolato Entroducing.La forza espressiva di quest' album sta nel fatto di rendere l' hip-hop espressivo e profondo perchè lo libera di tutti gli schemi e i clichè che lo tenevano e lo tengono legato tutt' ora.Il nostro eroe per far questo ha pensato bene di riascoltare i miliardi di vinili che custodiva nella sua cameretta...di fare una selezione dei suoni o dei pezzi di canzoni di altre epoche e generi. In 13 tracce tutte strumentali, intervallate da brevi interludi, il nostro DJ Ombra realizza un'opera incredibile da ogni punto di vista, spaziando tra momenti intimi e passaggi di pura epicità che non finiscono di sorprendere l'ascoltatore. Una volta inserito il cd nello stereo, si passa con facilità dallo straordinario crescendo di "Building Steam With A Grain Of Salt" ai deliri ritmici di "The Number Song" e "Stem/Long Stem" (davvero magnifica), e, man mano che prosegue l'ascolto, si incontrano altre perle disseminate qua e là come la lenta ed ipnotica "What Does Your Soul Look Like (Part. 4)", "Napalm Brain/Scatter Brain" ed i suoi continui cambi di tempo e registro, la coinvolgente "Organ Donor", fino alla totale catarsi della axelrodina e stupenda "Midnight In A Perfect World" (a buon intenditor poche parole...), vero capolavoro del disco e, personalmente, una delle più belle canzoni degli anni 90.

Siamo vecchi...

Perchè solo in Italia i nostri politici hanno quasi tutti 60 anni? Perchè solo in Italia premier non può diventarci un uomo di 30 o 40 anni? Questo è lo specchio del nostro paese...vecchio, stanco e menefreghista. A rimetterci siamo noi che facciamo parte di un' altra generazione...a rimetterci è la nostra creatività e la nostra voglia di migliorare il paese in cui siamo nati...renderlo nuovo, aperto ai nuovi scenari attuali.Se tiriamo le somme siamo governati da analfabeti digitali...che credono di sapere...ma non sanno. Non sanno che il 59 % degli italiani non sa accendere il computer, non sanno che la media delle persone parla solo una lingua (l' italiano). Non c'è che dire siamo impotenti...impotenti, perchè la voglia di creare e di dare spazio alle idee rimane un' utopia, riamane bloccata perchè bloccate da gente di 60 anni sono le poltrone di Palazzo Chigi...

dostoevskij, Delitto e castigo


Uno studente, un ragazzo confuso che non sà che cosa gli riserverà il futuro...la fragilità dell' uomo, inerme dinanzi al fluire del grande mare chiamato vita...la ricerca di un senso che possa spiegare tutto...la voglia di essere libero e di non sentirsi schiacciato da regole che opprimono la mente...la voglia di porre una linea di demarcazione tra ciò che giusto e l' ingiustizia di tutti i giorni...la voglia di fare qualcosa di buono nella vita...la voglia di vendicare e difendere i valori dell' onestà, della bontà contrapposti a quelli dell' egoismo, del narcisismo. Il romanzo che più di ogni altro mette in discussione la società che inebetisce l' uomo della sua creatività e spontaneità...

Pink Floyd, The Piper at the Gates of Dawn


La maledizione della musica che ti conduce in strade pericolose e strette...la maledizione di un' entità che si svela e ti riconduce alla fiamma primordiale della vita...la maledizione della consapevolezza della propria pazzia e di non aver timore di dire e sovvertire...la maledizione di Syd Barret che mostra la sua nudità senza vergogna...la maledizione degli anni 60 che hanno cambiato il mondo...la maledizione della nostra interiorità che ci spinge e ci respinge...la maledizione di Astronomy Domine che ti scombussola e ti agita come una bufera lenta e inesorabile...la maledizione...

Stop

Stop al calcio dei senza cervello...alle persone che dicono le classiche frasi di circostanza solo per farsi belli agli occhi della gente...Stop a coloro intrisi fin nelle ossa di pregiuizi pacchiani e macchiati d' odio infondato...Stop a chi pensa che ci siano santi e cattivi...stop a chi non crede che il paradiso e l' inferno sono dentro di noi e siamo solo noi a poter trovare un punto di incontro a quasta misteriosa bipolarità...stop a quest' italia ancora ancorata ad un sistema vecchio e andato a male...stop alla gerentofilia...largo ai giovani...ai chi la pensa in maniera giusta, all' epoca che stiamo vivendo...che si fottano i sederi dei vecchi depravati...che si fotta chi non crede in noi...fottetevi...perchè il futuro è solo nostro..

The Who, who's next


Fra il 1971 e il 1973 i Who vissero un periodo di grande eccitazione artistica e creatività ma, per uno dei frequenti paradossi della storia rock, non riuscirono a fissare su disco come avrebbero voluto quel momento magico. I due album che testimoniano la stagione, Who's Next e Odds & Sods, sono, ognuno per la sua parte, dei ripieghi; e per quanto Pete Townshend sia sempre stato prodigo di attenzioni per le sue creature, quei dischi non sono mai stati fra i suoi preferiti. Qui ci interessa Who's Next; un capolavoro, un'icona per milioni di fans e, per semplificare, uno dei dieci grandi album della storia rock (ma potremmo scendere fino a cinque, e anche meno). Eppure Townshend, riflettendoci in un'intervista un anno dopo la sua uscita, lo definiva senza mezzi termini «un album di compromesso», rimpiangendo amaramente quello che avrebbe in realtà potuto essere - un giudizio che negli anni si è un po' addolcito, ma giusto un po'. La storia è nota. Pubblicato Tommy, il prode P.T. aveva messo subito in cantiere un'altra opera rock, Lifehouse. «Opera rock» in verità è un termine riduttivo; doveva essere un evento molto più grande, un film + spettacolo teatrale + doppio album + tour che avrebbe combinato l'immensa fede dell'artista nella musica rock con il suo amore per la fantascienza e le tensioni mistiche che in quel periodo lo scuotevano. La storia originale, a grandi linee, si svolgeva in una società totalitaria del prossimo futuro, una Grande Fattoria orwelliana dove la gioventù oppressa scopriva il rock e il suo effetto liberatorio, quasi religioso. Con gli anni Townshend ha svelato sempre più particolari di quel progetto, adattandone una radio play per la BBC e pubblicando addirittura un box, The Lifehouse Chronicles, venduto sul suo sito Internet. All'epoca, però, rimase alle grandi linee e soprattutto non riuscì a convincere chi gli stava attorno, a cominciare dal manager Kit Lambert, che era sempre stato il connettore fondamentale fra il mondo delle sue fantasie e la più prosaica realtà commerciale. Così il progetto svaporò un po' per volta, la Casa si sgretolò, anche se le canzoni che avrebbero dovuto esserne i mattoni erano state nel frattempo composte. Venne naturale a un certo punto l'idea di usarle comunque, per farne un album «normale»; e così accadde, pur con notevoli difficoltà, scoprendo che anche senza la colla del concept veniva comunque un progetto favoloso - appunto Who's Next. Questo doppio cd è la versione definitiva (azzardiamo questo difficile aggettivo) di un disco che ha già conosciuto due diverse edizioni. La prima, storica, in vinile, uscì nell'estate 1971 e conteneva nove brani, da Baba O'Riley a Won't Get Fooled Again. La seconda, in CD, fu pubblicata nel 1995 e aggiungeva al repertorio originale quattro alternate takes della prima stesura dell'album, ai Record Plant di New York - versioni che, per quanto bellissime, erano state rifiutate dall'esigente Townshend. Questa de luxe edition, che ci auguriamo definitiva, completa il discorso sulle takes americane con l'aggiunta di una notevole Getting In Tune e di una Won't Get Fooled Again apprezzabilmente diversa dal brano che tutti conosciamo - a cominciare dalle tastiere, un organo filtrato da un VCS3, suonato «in diretta» e non passato su nastro. In più, c'è un album intero dal vivo: un mini-concerto Who dell'aprile 1971, davanti a un pubblico di amici e invitati, in cui la band prova alcune delle canzoni nuove e altro ancora (Roadrunner e l'inevitabile My Generation) sempre con la testa rivolta al miraggio della nuova opera-rock. Secondo il progetto di Lifehouse, in effetti, quello e altri show sempre allo Young Vic Theatre dovevano sancire la «comunione spirituale» fra la band e il suo pubblico, e costituire un momento centrale del rito di liberazione rock che il film e il disco avrebbero dovuto comunicare. La realtà fu più mediocre: una serie di «prove pubbliche», puntigliose ma neanche particolarmente ispirate, che oggi possono solo incuriosire se non altro perché alcuni classici dei Who live (Won't Get Fooled Again, Pure And Easy, Getting In Tune) vengono eseguiti per la prima volta o quasi, con ammirevole innocenza. Alla fine di ogni lusso, resta la bellezza della musica Who di quel periodo. Un balsamico fuoco, capace di bruciare ma anche di aprire la mente; una tempesta scatenata che però al momento giusto sa ripiegare, con momenti di toccante lirismo. Daltrey è ispiratissimo, Townshend mulina la sua affilata Stratocaster ma usa spesso e volentieri i timbri, nuovissimi per l'epoca, del synt; quel che ne viene, in Won't Get Fooled Again e Baba O'Riley (dedicata a Terry Riley, il padre della musica minimale), è una splendida profezia che tanto influenzerà la storia del rock. I nove brani del disco definitivo vennero registrati fra Stargroves (la residenza in campagna di Mick Jagger) e gli Olympic Studios nel maggio 1971. Prima, a marzo, erano venute delle sessions a New York che non avevano passato l'esame. Peccato, lo abbiamo detto; perché la versione di Behind Blue Eyes con l'organo di Al Kooper è deliziosa, la cover di Baby Don't You Do It una forza della natura e la prima versione di Pure And Easy apre letteralmente il cuore. Questi ultimi due brani vennero proprio scartati dalla scaletta finale, come le varie Time Is Passing, Water, Naked che si ascoltano nella parte live e altro bendidio che Townshend aveva tra le sue carte in quel periodo. Così la morale è semplice, e ancora una volta paradossale: Who's Next è un grande disco ma avrebbe potuto essere ancora più grande, proprio stellare. Townshend sogna ancora oggi Lifehouse; noi, più modestamente, immaginiamo se i Who avessero avuto voglia di farlo crescere ancora un po', di pubblicarlo magari doppio, raccogliendo tutta ma proprio tutta la bellezza di quegli avventurati giorni. (riccardo bertoncelli) The Who - Who's Next (Polydor, 2cd)