sabato 10 marzo 2007

Un album da ascoltare


STRENGTH IN NUMBERS
1. Sanctify
2. Defenses Down
3. Sylvia's Song
4. Sleep In Splendor
5. Rise
6. Stand Paralyzed
7. Bronson
8. Malo
9. Malicious Manner
10. A Sure Shot
11. Le Gusta El Fuego
12. Simone
13. Dancers in the Dust

venerdì 9 marzo 2007

Chi è secondo voi l' uomo più ricco d' Italia?




Silvio Berlusconi si conferma l’uomo più ricco d’Italia. L’ex premier, secondo la rivista ‘Forbes’, è però marcato stretto da Leonardo Del Vecchio, patron di Luxottica. Il presidente del Milan vanta un patrimonio stimato in 11,8 miliardi di dollari, in aumento dagli 11 del 2006, ma scende su scala globale dal 37° al 51° posto, mentre il patron della Luxottica sale di posizione, dal 44mo al 52mo, con asset per 11,5 miliardi (da 10 miliardi).

A livello mondiale resta il fondatore di Microsot, Bill Gates, il leader della classifica dei miliardari. E’ il tredicesimo anno consecutivo con un patrimonio di 56 miliardi di dollari (50 miliardi nel 2006).

Non c'é il sorpasso al vertice di Warren Buffett, grande amico di Gates: gli asset del capo della Berkshire Hathaway crescono di 10 miliardi in appena 12 mesi, ma si fermano a quota 52.

venerdì 2 marzo 2007

Addio ricarica...un peso di meno. E cresce la concorrenza

MILANO - Tim che s'inventa le schede con prezzo «personalizzato». 3 Italia che regala, per un paio di mesi, il 50% di traffico telefonico. E Wind che sfida apertamente la legge, mantenendo intatto il «contributo» di ricarica sulle schede dei vecchi clienti. Lunedì entra in vigore il decreto che azzera i costi fissi sulle carte dei cellulari e gli operatori corrono ai ripari per limitare i danni (che possono arrivare al 10% dei loro ricavi). Ma ciascuno lo fa a modo proprio. Con misure tanto diverse da poter influenzare profondamente l'atteggiamento degli utenti e, dunque, rimescolare i rapporti di forza sul mercato.
La base di partenza è quella indicata nella seconda «lenzuolata» del ministro Bersani. Oltre all'abolizione dei «contributi», il decreto prevede che i clienti debbano avere sempre a disposizione il credito che hanno acquistato (niente più limite di un anno, dunque) e che gli operatori dovranno restituire questo credito quando il cliente decide di passare a un altro operatore. Ieri, poi, l'Authority per le Comunicazioni ha anche deliberato che le compagnie telefoniche dovranno informare con chiarezza i clienti di tutte le voci che compongono l'effettivo costo del traffico, con prezzi riferiti a preciso arco di tempo.
La prima ad allinearsi al nuovo corso sarà 3 Italia, che già da oggi (con tre giorni d'anticipo sull'entrata in vigore del decreto) abolirà i costi di ricarica, senza ritoccare all'insù gli attuali profili tariffari. Anzi, ai nuovi clienti che attiveranno entro il 30 aprile una nuova ricarica da 20 euro verranno «regalati», tra maggio e giugno, altri 10 euro di credito. L'obiettivo, ovviamente, è quello di tamponare il calo di introiti con un aumento del traffico dei clienti. E a spingere i consumi telefonici ci prova anche Tim, che si adeguerà al decreto Bersani senza aumentare le tariffe ma introducendo una formula inedita: nuove ricariche «flessibili» di pochi euro ciascuna (taglio minimo 5 euro) che potranno essere incrementate, in qualsiasi momento, anche con un solo euro. Quasi un «usa e getta». Esempio: chi deve fare solo un paio di telefonate per organizzare la serata con gli amici non farà che usare gli spiccioli che si trova in tasca in quel momento.
Quanto a Vodafone, ha annunciato che abolirà i «costi» di ricarica già dal 4 marzo senza rincari di prezzo per gli utenti. La società italiana del gruppo britannico ha infatti confermato gli attuali piani tariffari, ma ne ha introdotto anche uno nuovo, You & Vodafone, che ribilancia il basso prezzo delle telefonate con un incremento da 15 a 19 centesimi dello scatto alla risposta. In più, Vodafone è finora l'unica compagnia che ha resi noti i criteri di restituzione del credito ai clienti: l'operazione costerà però all'utente 8 euro, giustificati dalla società come «spese vive» che deve sostenere, come previsto dal decreto Bersani.
Wind, infine, è l'unico operatore ad aver scelto di rispondere al provvedimento di legge con un «no». La società controllata dall'imprenditore egiziano Naguib Sawiris intende infatti mantenere i «contributi fissi» sulle ricariche sotto i 50 euro di tutti gli attuali 15 milioni di clienti. Una strategia messa a punto dopo un lungo consulto con i propri legali. Ma ha contemporaneamente lanciato tre nuovi piani tariffari, senza «costi di ricarica», che prevedono, a seconda dei casi, un aumento del prezzo delle chiamate o dello scatto alla risposta.

News from Cina

Pechino, 2 marzo 2007 - Lotta dura all'Aids in Cina, al punto che la provincia cinese dello Zhejiang (sulla costa orientale del paese) ha deciso di multare gli alberghi che non offrono preservativi ai loro ospiti. La notizia è stata diffusa dal quotidiano Notizie di Pechino. Secondo le direttive della provincia, ''macchine per la distribuzione automatica di preservativi devono essere installate in tutti gli hotel, i bar e negli altri luoghi pubblici, in caso contrario una multa di 5000 yuan (500 euro) verrà imposta ai manager''. Lo Zhejiang, una delle province più industrializzate della Cina, ha registrato l'anno scorso 1.859 casi di Aids. In tutto il paese i malati accertati sono oltre 600 mila.

La banda della Magliana


Ieri ho finito di leggere Romanzo Criminale; ho potuto finalmente che cosa fosse veramente la banda della magliana e quali erano gli intenti di coloro che ve ne facevano parte.

Nel 1976 Franco Giuseppucci (detto prima Er Fornaretto e in seguito Er Negro) - uno dei futuri componenti della banda - è un piccolo criminale del quartiere di Trastevere; nasconde e trasporta armi per conto di altri criminali. Un giorno si ferma con l'auto, la carica di armi e si ferma davanti ad un bar per prendere un caffè; fatalità vuole che quell'auto gli venga casualmente rubata. Le armi contenute nel bagagliaio della Volkswagen sono di un suo amico, Enrico De Pedis alias Renatino, un rapinatore che gode di buon rispetto all'interno della malavita romana.
Giuseppucci trova il ladro che gli ha sottratto l'auto, ma le armi sono state vendute ad un gruppo di rapinatori appena formatosi nel nuovo quartiere romano della Magliana. Giuseppucci decide quindi di andare a parlare con "quelli di via della Magliana", in particolare cerca e trova Maurizio Abbatino detto Crispino, un giovane rapinatore dal sangue freddo che aveva acquistato le armi. I due, stranamente, si accordano per compiere alcuni colpi; nel gruppo rientrano anche De Pedis e gli altri della Magliana.
Da semplice associazione di rapinatori, il patto prende forma di una potenziale organizzazione per il controllo della criminalità romana, dove iniziano a lavorare anche altri criminali di altre zone: Marcello Colafigli, Edoardo Toscano detto L'operaietto e Claudio Sicilia detto er vesuviano per le sue origini.
Il loro primo lavoro, il 7 novembre 1977 sarà un sequestro, quello del duca Massimiliano Grazioli Lante della Rovere, che però finirà male. Data l'inesperienza nel campo, Giuseppucci e gli altri non riescono a gestire la situazione e devono chiedere aiuto ad un altro gruppo criminale (una piccola banda di Montespaccato), un componente del quale, per distrazione, si fa vedere in faccia dal duca, che sarà dunque ucciso.
Riescono a ricevere comunque il riscatto, lo dividono con l'altro gruppo e invece di risuddividersi la loro metà, decidono di reinvestirla in attività criminali.
Da qui, l'unione con altri gruppi romani: uno del quartiere Tufello con a capo Gianfranco Urbani (Er pantera), uno di Ostia con a capo Nicolino Selis che ha forti legami con la Camorra e I Testaccini, un violento gruppo di Testaccio comandato da Danilo Abbruciati, Er Camaleonte.
Nasce così la Banda della Magliana.

La conquista del potere
Il motivo per cui un gruppo riesce a raggiungere per la prima volta il controllo di una metropoli come Roma è da cercarsi nei metodi che la Banda della Magliana introdusse nel panorama capitolino. Primo fra tutti, gli omicidi.
Dalla fine della seconda guerra mondiale agli anni settanta la criminalità romana era divisa in quartieri: ognuno controllava la propria zona dove mantenere il potere era semplice. Non che non si commettessero omicidi, ma le pistole si usavano molto raramente e nessuno di essi veniva premeditato per il mantenimento o la conquista del potere. Quelli della Magliana, invece, vollero allargare il controllo a tutta la città e per farlo usarono sistematicamente le pistole, eliminando gli oppositori alla loro espansione e contemporaneamente incutendo timore a chi solo avrebbe voluto mettersi in mezzo alla crescita della banda.
«Eravamo i più potenti, perché eravamo gli unici che sparavano», avrebbe detto anni dopo in un'aula di tribunale uno di loro.
La prima e la più celebre delle cancellazioni ad opera del gruppo, fu quella di Franco Nicolini detto Er criminale, che controllava il mondo orbitante attorno alle scommesse ippiche. Gli affari della Banda della Magliana, dalle semplici rapine, passarono in poco tempo ai sequestri, alle scommesse ippiche appunto, ai colpi ai caveau e soprattutto al traffico di droga, affare per cui era necessario avere un controllo capillare del territorio.
La banda estendeva la sua influenza nelle zone di Trastevere-Testaccio, della Magliana, di Acilia-Ostia e del Tufello-Alberone. Nella zona di Trastevere-Testaccio si muovevano gli uomini di Danilo Abbruciati, implicato soprattutto nel riciclaggio del danaro sporco, grazie ai suoi rapporti con Flavio Carboni, Roberto Calvi e Francesco Pazienza. Con gli stessi operava Domenico Balducci, legato a sua volta al noto mafioso Pippo Calò. La zona della Magliana era sotto il controllo degli uomini di Giuseppucci, in cui militavano personaggi quali Marcello Colafìgli, Maurizio Abbatino, Antonio Iancini, Claudio Sicilia, ecc. La zona di Acilia-Ostia, era in mano al gruppo di Nicolino Selis, che si avvaleva di uomini come i fratelli Carnovale, Ottorino Addis, Libero Mancone e Gianni Giraldo. Nella zone del Tufello-Alberone spiccava la figura di Gianfranco Urbani, anche se il gruppo criminale presentava una minor omogeneità rispetto ai precedenti. Urbani favorì i rapporti con il clan di Nitto Santapaola e con la 'Ndrangheta calabrese, grazie alla cosca del defunto boss Paolo Di Stefano.

Organizzazione
La Banda della Magliana, a differenza di altri nuclei criminali organizzati, come la Camorra o Cosa Nostra, non presentava un'organizzazione piramidale: non aveva infatti un solo capo, ma diversi, divisi in gruppi, che spesso lavoravano anche singolarmente e senza la necessità che gli altri lo sapessero. I proventi dei crimini erano però divisi sempre in parti uguali, ogni membro riceveva la cosiddetta Stecca, una sorta di dividendo indipendente dal lavoro svolto in quel periodo che anche i membri detenuti continuavano comunque a ricevere attraverso la famiglia. I vari componenti erano comunque tenuti a partecipare all'attività criminale: anche quando alcuni di loro divennero veramente ricchi, girando su Ferrari con Rolex al polso, continuarono ad essere degli operai del crimine.
Inutile dire che appartenere alla Banda della Magliana significava anche non poter sgarrare: un errore sarebbe potuto facilmente costare la vita.

I rapporti con l'estrema destra

Il Professor Aldo Semerari.
Alcuni dei capi della banda erano simpatizzanti di destra, in particolare Franco Giuseppucci, Maurizio Abbatino e Alessandro d'Ortenzi. Ma la politica non era mai certo stata tra i loro più grandi interessi. I primi legami con i gruppi neofascisti li ebbero attraverso il professor Aldo Semerari, un celebre criminologo leader del gruppo Costruiamo l'azione, che durante l'estate del 1978 organizzò diversi incontri politici nella sua villa di Rieti a cui parteciparono anche i componenti simpatizzanti della Banda della Magliana.
Semerari intendeva sfruttare la banda come una sorta di braccio armato del gruppo politico che andava formando, ma il gruppo criminale romano era già una matura organizzazione criminale che difficilmente si sarebbe fatta appaiare da fumosi progetti senza un immediato ricavo materiale. Dagli incontri uscì infatti solo un accordo pratico tra il professore ed i ragazzi della Magliana: loro avrebbero finanziato il suo gruppo, in cambio il criminologo avrebbe offerto perizie psichiatriche su misura per i frequenti arresti che la banda subiva.
Semerari, oltre ad essere un illustre criminologo di estrema destra, era anche un esponente della loggia massonica P2 ed aveva forti legami con il SISMI, legami e conoscenze che trasferì velocemente a quelli della Magliana.
Il sodalizio durò comunque poco, perché Semerari aveva preso accordi simili anche con la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, ma non solo; fece l'errore di accordarsi anche con l'organizzazione rivale di Cutolo, la famiglia di Roberto Ammaturo e alla NCO questo non piacque. Il 1 aprile 1982 il suo corpo venne ritrovato decapitato ad Ottaviano (NA) nel bagagliaio di un'auto, con la testa posta dentro una bacinella sul sedile anteriore.

[modifica] Nuclei Armati Rivoluzionari
Ma il primo vero sodalizio tra la Banda e i gruppi di estrema destra si ha con i giovani dei Nuclei Armati Rivoluzionari, attraverso Massimo Carminati, un giovane neofascista che frequentava lo stesso bar di Giuseppucci e Abbatino. Carminati divenne presto il pupillo del clan della Magliana e con lui strinsero legami altri ragazzi dei NAR come Valerio Fioravanti e Francesca Mambro.
I due gruppi allacciarono stretti rapporti di collaborazione, la banda principalmente riciclava il denaro sporco proveniente dalle rapine con cui i NAR si finanziavano, in cambio, i ragazzi neofascisti, effettuavano lavori di manovalanza per il gruppo della Magliana, come riscuotere i crediti dell'usura o trasportare droga. La collaborazione però, che ha suscitato i maggiori misteri, fu la gestione comune delle armi: mitra, bombe, fucili ritrovati sorprendentemente nei sotterranei del Ministero della Sanità.
Omicidio Pecorelli
Il corpo di Pecorelli rinvenuto nella sua auto
All'interno del covo nel sotterraneo del Ministero, vengono ritrovate anche cartucce di una marca particolare - Gevelot - difficilmente trovabili sul mercato. Apparentemente non vi era nulla di strano, ma quattro proiettili dello stesso tipo, appartenenti allo stesso lotto e con lo stesso grado d'usura del punzone che marca la punta, vennero utilizzati per un omicidio particolare.
La vittima era Mino Pecorelli, direttore di un'agenzia di stampa specializzata in scandali politici, e del delitto saranno successivamente accusati Giulio Andreotti e Claudio Vitalone, poi assolti.
Al processo emergerà un chiaro coinvolgimento della banda nel delitto, anche se Massimo Carminati, imputato di aver commesso materialmente l'omicidio sarà poi assolto. Dal processo emerse anche - secondo i giudici - «la prova di rapporti tra Claudio Vitalone e la banda della Magliana in persona di Enrico De Pedis». A parere dei magistrati però «gli elementi probatori non sono univoci» e non permettono «di ritenere riscontrata la chiamata in correità fatta nei suoi confronti». Insomma, Vitalone aveva rapporti con l'organizzazione criminale ma non ci furono prove abbastanza evidenti dal punto di vista penale.

Ning.com: nasce il network tematico.

Il social network è diventata una realtà troppo importante per essere ignorata; la sua funzionalità è quella di riunire più utenti possibile che condividano lo stesso interesse. Per questo si parla di comunità virtuale; i social network più conosciuti ad oggi sono: myspace, youtube, linkedin, frienster. A questi se ne sta aggiungendo uno nuovo che presenta una particolrità molto interessante, e cioè quella di dare agli utenti la possibilità di costruirsi, attraverso la concessione di uno spazio gratuito, il proprio network tematico.
Ad oggi Ning.com conta circa 30.000 network attivi; i contenuti spaziano da un argomento ad un altro.

Nuovi guai per Microsoft

Altri guai in arrivo per Microsoft dopo la multa da 1,52 miliardi di dollari da pagare ad Alcatel-Lucent per la violazione di brevetti del formato mp3.
“In 50 anni di politica antitrust europea, è la prima volta che ci confrontiamo con una società che non rispetta una decisione dell’antitrust”, ha detto il portavoce della Commissione per la Concorrenza Jonathan Todd, a quasi tre anni da quando la Commissione stabilì che l’abuso da parte di Microsoft della posizione dominante sul mercato del suo sistema operativo Windows era dovuta esclusivamente al comportamento della società. La Commissione aveva imposto nell’aprile 2004 una multa record di 497 milioni di euro a Microsoft stabilendo che la società non aveva rispettato il principio di fornire informazioni necessarie per competere ad altri produttori o piccoli server aziendali. Microsoft aveva però annunciato che avrebbe fatto pagare una quota per fornire informazioni sull’interoperabilità, ma la Commissione ha affermato che si tratta di informazioni non nuove né rintracciabili altrove gratuitamente. “Sono pertanto costretta a prendere misure formali per assicurarmi che Microsoft rispetti questi obblighi”, ha detto, rigettando come infondate le 1.500 pagine di osservazioni di Microsoft, la commissaria Ue alla Concorrenza Neelie Kroes. Il colosso di Bill Gates ha quattro settimane di tempo per ribattere alle accuse. La società rischia 500 mila euro di multa al giorno dal dicembre 2005 al 30 giugno 2006, oltre alla multa di 1,5 milioni di euro al giorno già ricevuta. In ogni caso il massimo di multa quotidiana complessiva potrebbe arrivare a 3 milioni di euro al giorno